Il caso Vanessa è un romanzo collettivo come risultato di un Laboratorio di scrittura in Craft World. Non è la prima esperienza di scrittura collettiva promossa da Lorenza Colicigno alias Azzurra Collas nel mondo virtuale, già nel 2007 in Second Life prendeva avvio il romanzo collettivo La Torre di Asian, che nasceva come narrazione delle esperienze comunitarie connesse alla Torre creata da Asian Lednev alias Fabio Fornasari in Postutopia, la sim di Giuseppe Granieri, poi migrante in altre sim per approdare come “reperto” architettonico in Opensim Craft World, MdM.


In entrambi i casi un gruppo di abitanti/avatar ha scritto una serie di capitoli legati ad un primo capitolo guida, scritto da Lorenza Colicigno, trasferendo nella narrazione esperienze, anche disconnesse a livello di fabula, a costruire un intreccio dai molteplici riflessi, tra i quali il giallo, il nero, e il rosa, tra inchieste, visioni distopiche e visioni utopiche, ma soprattutto connessi ad un flusso di pensieri, emozioni, attese, progetti resi virtuali non solo dal “luogo” ma anche da un’immaginazione libera di muoversi in direzioni diverse e opposte, da sensibilità rese estreme proprio dall’idea di una libertà libera dai confini del mondo reale, eppure così carica di tutto il portato esperienziale e valoriale della vita vissuta nel mondo reale.

Craft World, come Second Life, ha offerto il “luogo” ideale per trovare il punto di connessione tra questi due poli, una libertà immaginativa sentita psicologicamente come assoluta e un’inevitabile riconduzione alla concretezza della vita reale, resa inevitabile del resto dal tema del nuovo romanzo collettivo, il tentato suicidio a scuola dell’adolescente Vanessa, ma anche dalla consapevolezza delle sette scrittrici della unicità della persona, non nascosta, bensì accresciuta, dal loro avatar.
Oggi de La Torre di Asian, come del resto previsto dal romanzo stesso, persistono in rete frammenti, come, ad esempio, in più di un blog, in riviste come Abitare e in Parla Come Navighi, Antologia Della Webletteratura Italiana, di Mario Gerosa, Edizioni Il Foglio 2009, in un Concept Book “La torre di Asian-In viaggio”, in un video di Elisa Laraia alias Helissa Halasy e in altri video di Fabio Fornasari, tra i quali “Torre di Asian- Romanzo collettivo“.
Anche il romanzo collettivo Il caso Vanessa ha intrapreso il suo viaggio nel complesso di “luoghi virtuali” che chiamiamo ormai complessivamente metaverso: da Craft World, dalla sim + Donna Zero Violenza, nel cui Centro di Ascolto per donne in difficoltà ha iniziato al sua “vita” virtuale, nell’ambito del Laboratorio di scrittura Donne scrivono Donne, al sito “Il caso Vanessa“, al quale le sette scrittrici stanno affidando le loro pagine in una ricostruzione a sua volta affidata alle cure di Ana Bor e delle sue epigone, le custodi della IAB, la Biblioteca interstellare.


Le scrittrici che hanno partecipato alla scrittura del romanzo, insieme a Lorenza Colicigno, sono (in ordine alfabetico):
Elisa Laraia
Eva Kraai alias Francesca M. R. Bertolami
Fiona Saiman alias Lucia Baldini
Laura Antichi
Luciana Mattei
Rosa Massaro
Rosanna Galvani
Nel sito a Il caso Vanessa si affianca La Torre di Asian, qui i due romanzi si intrecciano ulteriormente, non solo perché risultato della stessa impostazione teorica e pratica di due Laboratori di Scrittura curati da Lorenza Colicigno alias Azzurra Collas, né perché sono stati “prodotti” entrambi in modi virtuali, bensì perché essi esprimono una precisa idea di scrittura, come promozione di una comunicazione rivolta al futuro, la scrittura, infatti, è essenzialmente promessa di un dialogo ininterrotto tra “esseri umani” nelle forme diverse che essi si sono dati nel tempo: senza questa fiducia, e senza la memoria che ne è lo strumento, la scrittura sarebbe mero esercizio retorico, non messaggera di civiltà, quale può e deve essere.
Si legge in “Il caso Vanessa“: La IAB, la biblioteca globale, era al centro del suo lavoro [di Ana Bor], le parole al centro dei suoi interessi, ogni singola lettera, con il suo spessore grafico e fonico, al centro della sua vita, fissato nel suo corpo.
Nell’immaginazione di Lorenza Colicigno la torre e il corpo di Ana Bor si fondono in un unico papiro che si genera dal cosmo multiverso e lo avvolge in una rete indissolubile. La scrittura, la narrazione dei tempi oltre i tempi, dei luoghi oltre i luoghi, sono la materia di cui quel papiro è sostanziato. Il compito di Ana Bor e delle sue epigone è ricostruire le narrazioni che nel cosmo multiverso fluiscono frammentate, reperti di un’ininterrotta narrazione che tuttavia sconta l’infinita ampiezza dei tempi e degli spazi di quel multiverso. I linguaggi diversi, i loro molteplici codici e le loro diverse manifestazioni fonico-grafiche diventano fili slegati di nodi narrativi che vanno ricostruiti per poter restituire a un’unità interpretativa le storie scritte in alfabeti smarriti, apparentemente, o solo forse inizialmente, incomprensibili.
La storia di Vanessa è una di queste storie. Essa si svolge a Melata negli anni 2000 dell’Era Solare, le sue tracce si trasmettono di Era in Era attraverso la IAB, la biblioteca interstellare, al centro del lavoro di Ana Bor e delle sue epigone. Il loro compito è di restituire a comprensione l’alfabeto in cui sono scritte e insieme il valore di documento di un tempo e di uno spazio e dei suoi valori.

Il senso di questa impostazione narrativa è quello di affidare alla narrazione, alla scrittura e ai suoi diversi codici un patrimonio di sapere e di valori, concentrati in una storia. Questa, svolgendosi in un luogo e in tempo definiti, pur affida alla memoria futura, dovunque essa condurrà, quel sapere e quei valori.
Ogni parola è un messaggio lanciato verso il futuro, e di questa consapevolezza, che è anche impegno civile e morale, deve sostanziarsi la scrittura.
Buona lettura!