Mal Burns/ Malburns Craftster ci ha lasciati, un gran vuoto in Craft World Grid e in Inworld Review.
Ho lavorato per alcuni giorni alla sua intervista, insieme a Sergej Zarf alias Mario Fontanella; mi aveva inviato una registrazione, mi diceva infatti che aveva difficoltà a scrivere. Oggi per me e per tutti gli amici e amiche di Craft World pubblicare le sue parole vuol avere il senso di dargli voce oltre la sua assenza, esse ci parlano di una persona attenta alla realtà, alla creatività, una persona curiosa, avventurosa nei mondi virtuali.
Mel Burns/ Malburns Craftster è stato un vero viaggiatore digitale, che ha esplorato, raccontato e dato voce a quanto succede nei mondi virtuali.
Pubblico la sua intervista come tributo a lui e al suo impegno di divulgatore, e anche come testimonianza che nel virtuale si possano intrecciare amicizie e vivaci dialoghi culturali.
Da intervistatore a intervistato: che effetto fa?
Beh, non c’è molta differenza, a dire il vero. Quando conduco “Inworld Review” mi piace che tutto scorra come una chiacchierata informale, con scambi spontanei. L’importante è la comunicazione, il contenuto che passa, non tanto chi fa le domande o chi risponde. Il ruolo di intervistatore o intervistato è solo il punto di partenza.

Quando hai iniziato a frequentare i mondi virtuali? Com’è stata la tua prima esperienza?
Sono immerso nei mondi virtuali da oltre vent’anni. Ho iniziato abbastanza presto su Second Life, anche se mi sono perso i primissimi momenti, tipo “Lynenville” (o qualcosa del genere). Credo di essermi iscritto all’inizio degli anni 2000. In realtà, la prima volta avevo scelto un nome utente, “Malones”, ma quando finalmente ho avuto l’attrezzatura giusta per entrare, mi ero perso le credenziali, quindi ho dovuto ricominciare.
Ricordo che ne sentii parlare in un programma della BBC qui nel Regno Unito. Mi colpì subito, soprattutto perché parlavano di gallerie d’arte virtuali. Entrai e cominciai a esplorare… scoprire che si poteva volare fu un vero spasso all’inizio! C’era un gruppo di noi, beta tester di quello che poi divenne Twitter. Ci incontravamo regolarmente, e da lì ho iniziato a capire il potenziale di questi ambienti.
Non sono mai stato un giocatore di ruolo, anche se, ironicamente, i primi terreni che ho avuto erano legati a un gioco di ruolo medievale. Io vivevo in una casa sull’albero, con schermi, HUD e tecnologia ovunque, mentre dovevo far finta di essere un mago con gadget futuristici! È stato divertente, ma a un certo punto abbiamo cominciato a esplorare quello che poi sarebbe diventato l’OpenSim.
Facevo parte di un gruppo, forse si chiamava Oneon, insieme ad altri e anche a IBM. Loro avevano creato un prototipo di mondo OpenSim e noi, i cosiddetti “grid hoppers”, potevamo saltare da Second Life a quel mondo sperimentale. Era tutto molto grezzo: niente avatar, niente paesaggi, solo strumenti base. Ma era l’inizio di qualcosa. Col tempo, da lì è nato OpenSim vero e proprio.
Poi arrivò lo show. All’inizio si chiamava “Metaverse Weekend Review”, che conducevo con la mia compagna Tara, prima che diventasse l’attuale “Inworld Review”. Usavamo le webcam, ma a un certo punto ci venne l’idea di registrare direttamente il mondo virtuale. Così gli avatar diventavano i protagonisti dello show. Molti ancora oggi preferiscono vedere facce reali, ma noi abbiamo puntato tutto sull’immersione nel mondo virtuale, cercando di farlo con uno stile professionale.
Quando è nata “Inworld Review” come la conosciamo oggi?
Dev’essere stato almeno tre o quattro anni fa, quando ho cominciato a gestirla esclusivamente nel contesto OpenSim. C’ero io, ospiti vari, e James Atloud come tecnico video. A un certo punto ho convinto Ember a fare da co-conduttrice con me, è durata un paio d’anni, poi è subentrata Tosha Tyran, che conosce bene Craft World e Licu. È stata lei a suggerire a Licu: “Perché non gli diamo una regione da recensire?” E così è iniziata la mia avventura su Craft World.
Cosa ti ha portato su Craft World, in particolare?
Ho sempre avuto una passione per l’arte e l’artigianato, e con un nome come “Craft World” sembrava la destinazione naturale. Anche se non è una griglia esclusivamente italiana, molti eventi qui sono in italiano. Partecipo lo stesso, anche se spesso non capisco una parola! Ma va bene così, è importante farsi vedere. Negli anni ho avuto piccoli avamposti del mio show in tante griglie: OSgrid, Avacon, e altre. Quando ho ricevuto una regione su Craft, ho ricreato lo studio e uno spazio personale tutto mio, un angolo in cui perdersi, letteralmente. Sto ancora sistemando sentieri, statue, opere d’arte… un piccolo mondo tutto mio, dove continuo anche a lavorare allo show.
Qual è il progetto di cui vai più fiero?
Probabilmente “Meta Hub” su Second Life, nella regione Chilbo. E poi le isole che ho creato sulla Great Canadian Grid. In realtà non mi piace ripetermi. Mi piace cambiare: da un’isola deserta a una città distopica, poi magari una stazione spaziale… mi muovo tra idee nuove, esplorando sempre.
Hai progetti in corso o futuri?
Bella domanda. A dire il vero, sto riducendo un po’ le attività. Ma continuo a essere molto attivo nel raccogliere e diffondere notizie: qualcuno una volta ha detto che leggo gli RSS così non devono farlo loro! Ogni giorno inizio così, condividendo link utili.
Ora mi concentro più sulle OpenSim e un po’ su Second Life, che considero “cugine”. Mi piacerebbe continuare con “Inworld Review”, magari con più ospiti. Ecco, trovare nuovi ospiti è la parte più difficile. Mi farebbe davvero piacere se più persone si facessero avanti: “Ehi, perché non mi inviti nello show?”. Quando visito nuove regioni e penso che meritino attenzione, spesso mi blocco perché non c’è nessuno disponibile per parlarne. Quindi… sì, più connessioni servirebbero!
Come descriveresti la comunità di Craft World? Hai stretto legami?
Qualche legame sì, anche se è ancora tutto abbastanza recente. Persone come Tosha erano già qui da tempo, quindi per me è stato un inserimento graduale. Ma penso che col tempo si creeranno nuovi legami. L’hypergrid è un continuo saltare da un mondo all’altro, ma è bello avere una “griglia di casa”. Su Craft ho James, Tosha e altri amici che passano ogni tanto. Spero davvero che le connessioni aumentino.
Dove possiamo vedere il tuo lavoro o contattarti?
C’è la regione “Inworld Review” su Craft World, che è il mio spazio principale. Poi sono su vari social: uso ancora Facebook (anche se un po’ a malincuore), LinkedIn e Mastodon, dove ho il feed principale “Malbones@mastodon.social”. Lì pubblico notizie e aggiornamenti.
Per chi vuole vedere lo show, basta cercare “Malburns Metaworld” su YouTube. Ci sono tutte le puntate settimanali, oltre a interviste speciali. Ho intervistato anche personaggi importanti come Philip Rosedale o Adam Frisbee, oltre a partecipare a conferenze come quella della comunità OpenSim. Lo show è diventato più visivo, serve a raccontare le novità, esplorare regioni e diffondere notizie.
Il mio unico timore? Che un giorno finiscano le regioni da esplorare!
Grazie Malburns Craftster, vero esploratore del metaverso! Il tuo lavoro aiuta tanti a scoprire nuovi mondi, progetti e persone. Speriamo che la tua esperienza ispiri molti altri a partire per nuove avventure digitali.
Grazie Mal / Malburns, il ricordo di te e delle tue “avventure virtuali ” rimarrà in tutti noi, quindi questo non è un addio, perché sarai comunque con noi, il tuo nome ritornerà sempre nei nostri discorsi.