Elisa Laraia alias Helissa Halasy, con gli studenti americani che frequentano il Master in cui insegna Public Art e New Media, si è recentemente collegata dal Bennington College nel Vermont (USA) con Craft World, per una visita – studio al Museo del Metaverso di Rosanna Galvani e a La città delle donne, progetto didattico a cura di Lorenza Colicigno, owner di Noilab, builder Tonino Lane.
Elisa Laraia, artista visiva e docente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, ideatrice e curatrice del LAP Laboratorio di Arte Pubblica, ha tenuto in questa occasione una lezione immersiva dedicata al Museo del Metaverso. In particolare sono state oggetto di studio le opere di Daco Monday, Nicola Reinerman e Siberia IlfreddoPurifica, che hanno suscitato l’interesse degli studenti per le suggestioni e gli interrogativi generati dalle installazioni immersive, i cui concept sono stati illustrati da Rosanna Galvani, l’ideatrice e curatrice del MdM. Galvani ha ricordato brevemente la storia del Museo, a partire dalla sua nascita nel 2007 in Second Life. Dal 2010 il Museo si è poi trasferito stabilmente in Craft World, diventando la memoria storica dell’arte nel metaverso e offrendo opportunità di esposizioni digitali a numerosi artisti, attivi anche in real life. Importanti nel MdM, in questo periodo, anche le sperimentazioni con l’IA di numerosi artisti, tra i quali Eva Kraai, Serghej Zarf, Fiona Saiman, Bruno Cerboni.
Elisa Laraia alias Helissa Halasy in visita al MdM
La Ballerina di Daco Monday Foto di Tonino Lane
Effetto dell’immersività: il fruitore entra nell’opera d’arte Foto di Eva Kraai
“Nel cuore di uno spazio metafisico, – ha detto, tra l’altro, Rosanna Galvani – La Ballerina di Daco Monday danza immobile, racchiusa in una geometria di luce e sogno. Il suo corpo, ridotto a manichino essenziale, privo di volto ma carico di presenza, si erge al centro di una composizione visionaria, dove la materia si dissolve nel colore. Daco Monday ci conduce così oltre la fisicità del corpo e oltre la danza stessa, verso un’idea di trasformazione: la ballerina non è solo soggetto, ma centro energetico, anima fluttuante tra forma e spirito. In quest’opera, la trasparenza diventa metafora: tutto è visibile e insieme misterioso, come il gesto che precede il volo.”
Senza titolo – un viaggio metafisico tra evoluzione e illusione di Daco Monday Foto di Eva Kraai
Dell’opera “Senza Titolo” di Daco Monday Galvani ha evidenziato i tre livelli: “Alla base, un tempietto-pedina si staglia come elemento sacro e insieme ludico: è l’origine, il principio, la cellula prima del gioco dell’esistenza. Simile a una reliquia silenziosa su una scacchiera cosmica, il tempietto appare sia come oggetto che come soggetto: un totem che osserva e partecipa. Il secondo livello è il piano del gioco degli scacchi, abitato da personaggi che incarnano le fasi dell’evoluzione. Figure ibridate, archetipiche, meccaniche e organiche allo stesso tempo, si muovono su caselle sospese nel vuoto. Ogni mossa è irreversibile, ogni figura è al tempo stesso giocatore e pedina. Il gioco diventa metafora dell’esistenza e della trasformazione: il movimento come destino. Infine, svettante e irraggiungibile, si erge la torre-castello borgo, insieme rifugio, enigma e traguardo. Non è solo architettura: è un sogno verticale, una città interiore fatta di spazi chiusi e aperture illusorie, di finestre che non danno sul mondo ma sull’immaginazione. Qui il tempo si arrampica, e il pensiero si rifrange all’infinito, come in una spirale escheriana.”
“Moving Colours” di Nicola Reinerman Foto di Tonino Lane
“Con Moving Colours, – ha commentatto Galvani – Nicola Reinerman ci immerge in un universo ipnotico dove il colore prende vita, si muove, respira. L’opera, composta da una figura geometrica fatta interamente di piccoli quadratini cromatici in movimento, trasforma lo spazio in un flusso visivo continuo, in cui la materia scompare e resta solo l’energia.”
“Paesaggio in movimento” di Siberia IlfreddoPurifica Foto di Tonino Lane
Un viaggio continuo attraverso le città del mondo, omaggio alla Linea di Cavandoli e tributo alla trasformazione. “Questa trasformazione continua – ha detto Galvani – non è solo estetica: è una dichiarazione poetica sul tempo e sull’identità. Le città diventano simboli del fluire, del cambiamento incessante che caratterizza la vita contemporanea. Nulla resta immobile, tutto si trasforma – ma la linea, come filo conduttore, resta. È lei il vero protagonista: una traccia viva, sottile e resistente, che collega l’Occidente e l’Oriente, il reale e l’immaginario, l’individuo e la collettività.”.
Successivamente è stata visitata l’esposizione “In Between”, l’ultima inaugurata dal Museo, che esplora il confine tra dimensione reale e digitale. La mostra è stata illustrata in diretta dal co-curatore Roberto Presicci, che ha illustrato agli studenti l’opera “The Abyss” di Damiano Errico.
L’esposizione “In Between” (particolare) Foto di Tonino Lane
Fotogramma dal video “The Abyss” di Damiano Errico
La presenza di numerosi avatar all’interno dello spazio espositivo, tra cui artisti le cui opere sono esposte permanentemente nello stesso Museo, come Daco Monday, Eva Kraai e Sergej Zarf, ha consentito uno scambio di valutazioni sulle dinamiche proprie dell’arte in contesti immersivi come Craft World, rispetto alla produzione-fruizione in real, e delle opportunità che il virtuale offre anche in relazione alla conoscenza di musei territoriali visitabili nella forma digitale.
“E’ stata in’occasione imperdibile . ha dichiarato Galvani, augurandosi che gli studenti abbiano potuto trarre utili stimoli di approfondimento in merito all’arte digitale – per riflettere sul ruolo del museo virtuale, sulla nuova museografia in ambienti immersivi, e sul valore formativo e creativo che questi spazi possono offrire a studenti, artisti e appassionati d’arte”.
Elisa Laraia, a sua volta, ha ringraziato Rosanna Galvani per il lavoro che svolge sia sul piano della curatela di esposizioni di artisti che operano sa in reale che in virtuale, sia sul piano della conservazione della memoria storica dell’arte digitale, precisando che la lezione successiva sarebbe stata dedicata ad un’attenta valutazione dell’esperienza immersiva dal punto di vista didattico.
Successivamente Elisa Laraia e i suoi studenti hanno visitato La Città delle Donne in Noilab. Del progetto è stata evidenziata, in particolare, la valenza didattica. A partire dalla visita al castello di Isabella Morra, situato nella realtà a Valsinni (Matera, Basilicata) e in Craft riprodotto fedelmente dal builder Tonino Lane su piante originali, si è ripercorso il progetto che ospita circa 100 artiste e scrittrici di tutti i tempi, intendendo risarcirle della dimenticanza o della scarsa attenzione che nei secoli hanno ricevuto, in linea con gli Obiettivi ONU Sviluppo Sostenibile 2030, n.5 Parità di Genere. Un percorso che parte da Eneduanna (2400 a.Ch.) per giungere a Virginia Woolf e alle scrittrici contemporanee, ospitate nei 10 edifici simbolo dell’evoluzione della cultura nel tempo, dalla casa sumera fino alle case semoventi del Duemila, realizzate, sempre da Tonino Lane, sulle suggestioni dell’architetto giapponese Terunobu Fujimori, riproposte per Craft dall’architetto italiano Fabio Fornasari.
Visita al Castello di Isabella Morra, poeta lucana vittima di femminicidio (1520 – 1546) Foto di Tonino Lane
Dal castello, posto in posizione elevata, lo sguardo degli studenti ha potuto spaziare sui palazzi che compongono la struttura urbanistico-architettonica del progetto La Città delle Donne, fermando l’attenzione sulla Endless House e sulle Case semoventi, espressione delle tendenze innovative dell’architettura del Novecento e del Duemila.
Endless House, ricostruita in Craft per il progetto La Città delle Donne da Tonino Lane sulla base dei disegni dell’architetto Frederick Kiesler, conservati al Moma (New York)
Le case semoventi che simboleggiano il Duemila – Builder Tonino Lane, su progetto di Fabio Fornasari.
Elisa Laraia ha inviato un messaggio di ringraziamento a tutti gli avatar presenti, fra cui, l’owner della grid Craft World, Licu Rau, e, in particolare, ha segnalato il positivo riscontro didattico e artistico della visita – studio, sottolineando l’interesse degli studenti americani per questo mondo virtuale in cui l’arte trova conferma dei linguaggi tradizionali e offre ampi spazi per nuove e inattese sperimentazioni.