Craft World si anima di visitatori alla ricerca di un luogo in cui risiedere, fare amicizia, portare i propri interessi. Oggi dialoghiamo con Elwe Thor, dal 2009 ad oggi in Craft World, con andate e ritorni, abitante di Second Life dal 2007 al 2019 come Elwe Ewing e ancora in SL dal 2008 ad oggi come Bjørn Thorsson. Un esempio di come il virtuale ci conduce alla ricerca di noi stessi, cambiando nome, avatar, abitudini, amici, desideri, e quanto ancora faccia parte della nostra personalità, sempre più ricca di quanto il reale consenta.
A Elwe Thor, che ho conosciuto durante le sue incursioni in Craft, chiedo di racccontarci, anche con immagini, il suo percorso dal reale al virtuale. Quali le motivazioni? Hanno a che fare con il nome che hai scelto per il tuo avatar? Quali le tappe del tuo percorso di vita virtuale o immateriale? Quale di queste due definizioni preferisci?
Certamente. Elwe nasce, come Elwe Ewing, in SecondLife nel marzo 2007, come “performance test” di un portatile che m’era rimasto in casa, invece di essere regalato ad una persona.
Momenti diversi della “vita” di Elwe Ewing/Elwe Thor in Second life
Di fatto sono sempre stato un “gamer”, fin dal lontano ’79 (forse anche prima) solo che “nell’antichità” (diciamo prima del ’95) “la rete”, Internet, in Italia era più che altro un sogno, quindi si giocava “in locale”, sul proprio PC.
Appena ho avuto la prima ADSL flat (2003) mi sono fiondato in rete: SL non esisteva, ma Ultima Online sì, e così ho cominciato con quella “piccola realtà virtuale”, fatta di un gioco in grafica 2D isometrica che, oggi, farebbe sorridere (ma viene ancora usato), un’esperienza di roleplay che mi ha insegnato moltissimo e che porto, nel mio bagaglio, ancora oggi con orgoglio e piacere. Ci si trovava ogni sera, in 150-200 persone, per condividere la propria passione.
Ma veniamo a quelli che, oggi, non si chiamano “giochi” ma “metamondi”.
In SL ho trovato molte cose ma, soprattutto, inizialmente, ho avuto la fortuna di capitare a Vulcano, quella di David Orban (grande persona) e di cominciare lì: eravamo una ventina, per il suo progetto di condivisione digitale. Lui non metteva regole: voleva che “emergessero” dalla nostra attività in comune, e così fu, nel tempo: riunione dopo riunione, cercammo il modo migliore di convivere e di condividere le risorse di una sim full (Lipari, venuta dopo, era dedicata alle università).
In Vulcano ho conosciuto fantastiche persone, alcune delle quali ho poi ritrovato in Cyberlandia (2009-2010) e anche in Craft (un esempio per tutti: Evaluna Sperber che, immagino, molti conoscano anche qui, e che è stata mia sim-partner in SL nel periodo 2021-2022, per un mio progetto).
Elwe Ewing/Elwe Thor a Vulcano in Second Life
Da Vulcano ce ne siamo poi andati, io e due miei SL-fratelli, in quanto all’inizio del 2009, l’atmosfera s’era fatta troppo pesante, e approdammo in OpenSim/Cyberlandia, ospiti di un amico (Turboy Runo). Nell’arco di un mese, causa I suoi impegni RL e grazie alle mie conoscenze tecniche, gli amministravo il server e le 9 sim che vi aveva creato. Il mese dopo, io e la mia SL-sorella, Lila Iwish, decidemmo di affittare un server nostro ed aprire, sempre in Cyberlandia, un’estate di 32 sim, dando modo ad entrambi di realizzare il nostro potenziale creativo. Un anno dopo (inizi 2010) Cyberlandia “affondò”, come Atlantide, e noi con essa: il nostro inventory, essendo in quella grid, sparì, e la delusione fu tale che non pensammo di creare una grid nostra: ce ne andammo, assieme, in World of Warcraft (noto gioco online di Blizzard), dove passammo l’intero anno.
Elwe Ewing/Elwe Thot danza con Volando Amat
Elwe Ewing/Elwe Thor a una serata con la cantante Viviana Houston
Tornai (da solo) in SL nel 2011, ritentando l’esperienza di Vulcano, ma senza crederci troppo: David s’era dato ad altre attività, giustamente, portando avanti il suo progetto verso la Singolarità tecnologica (https://it.wikipedia.org/wiki/Singolarit%C3%A0_tecnologica) e c’era tal Punk Janus che teneva la palla in mano, dando corda a quelli di Pyramid, che avevano già “affondato” la prima Vulcano. Assieme ad Evaluna e pochi altri, potemmo fare troppo poco, pazienza.
In quel periodo (diciamo 2012), in SL ebbi un problema di performance: di fatto il client mi partiva a 10-15 FPS, scendeva a 3-4 e poi crashava, era diventato un ambiente invivibile, per me e per la mia SL-partner, per cui decidemmo, assieme, di tornare in WoW (e ci rimanemmo dal 2013 al 2016).
Nel 2017 tornai, ancora da solo, in SL ed, in breve, capitai in un roleplay vikingo che mi convinse, assieme alla mia nuova SL-partner, ad aprire una sim a tema vikingo (tradizionale, non goreano), la chiamammo Midgard, ovvero ciò che, per I vikinghi storici, rappresentava il reame (realm) terrestre, dove loro vivevano. Quest’esperienza, a metà fra il gioco, il roleplay e l’interazione sociale in un ambiente abbastanza “survival”, è rimasta in piedi, fra alti e bassi, fino al 2022 (nell’ultimo periodo, 2021-2022, come dicevo, grazie anche ad Evaluna) e ci ha regalato migliaia di ore di “immersione”, ed anche di apprendimento: per rendere la cosa realistica (se non reale) abbiamo tutti studiato la storia, I costumi, gli usi, il pantheon, i cibi, le esplorazioni e tutto quel che potevamo trovare, dei popoli che rappresentavamo: I vikinghi danesi, svedesi e norvegesi, con l’accento sulla Norvegia, dov’era ambientato, principalmente, il nostro roleplay.
Terminata nel 2022 l’esperienza Midgard, in SL, confesso che ero piuttosto cotto, così passai tutto il 2023 su vari giochi online: Valheim (sempre a tema vikingo), GuildWars2 (fantasy) ed altri. Tornato poi in SL nel 2024 ed, andando a trovare l’amico Thorvald Ragnarsson (dei tempi di Midgard) venni coinvolto, ancora una volta, in un roleplay vikingo, esperienza per me sempre molto stimolante che, però, si risolse dopo meno di un anno: nel corso del tempo, ho notato che i residenti di SecondLife tendono ad essere sempre di meno. Le presenze medie del 2007 erano sulle 50-60mila persone al giorno, mentre ora sono calate a meno della metà: se, nel 2004-2007, SL era una delle poche realtà di condivisione, cosa che ha favorito il crearsi di belle comunità, a volte anche strane ma sempre molto vitali, ed il nascere di strumenti potenti (un esempio fra tutti: il MarketPlace di SL è stato creato da un resident, tal Silvercloud, e poi acquistato dai Linden Labs in un secondo tempo), oggi l’offerta di divertimento e presenza online pone solo l’imbarazzo della scelta: per meno di un decimo della spesa di una piccola sim in SL, è possibile abbonarsi a giochi come World of Warcraft (Blizzard), Final Fantasy (Square Enix) e tantissimi altri, trovandone anche di belli free to play (EVE-online, uno dei migliori giochi spaziali, è diventato F2P anni fa: pagando si riceve un boost ma, se non si ha fretta, si può prender parte ad una community magnifica, il cui modello sociale ed economico è stato studiato anche a livello universitario). Per questo ed altri motivi, moltissima gente che frequentava metamondi come SL se n’è andata in questi giochi che, a volte, sono vere e proprie società, anche se a tema. Probabilmente se ne sono andati proprio i più attivi: in SL ho notato moltissima indolenza, un preferire “sedersi e raccontare quanto si è/era bravi”, piuttosto che un “alzarsi ed esserlo veramente”.
Ed arriviamo ai giorni nostri: di recente (c.ca 1 anno) in SL è stata introdotta una novità chiamata Physically Based Rendering (PBR), in pratica un modo per rendere i “materials”, che SL aveva già e che sono stati un vero upgrade, rispetto al rendering precedente, “ancora più veri”. Solo che il PBR, a differenza di tutte le novità introdotte in precedenza, non è “democratico”: si può solo essere “dentro” o “fuori”, e per fuori intendo “da SL”, dato che, oramai, gli unici viewer utilizzabili, implementano PBR. Con PBR “cambia tutto” nel modo in cui il viewer gestisce la grafica quindi, anche settandolo al minimo, su PC datati, si ottiene comunque un setup equivalente ad un livello “high-ultra” dei viewer pre-PBR. In soldoni, i Linden Labs dicono (senza dirlo esplicitamente): o cambi PC o esci da SL.
Il PBR è stato introdotto, principalmente, per ragioni di marketing: nonostante non mancassero assolutamente le “cose da fare”, per sistemare un pò SL (ed alcune di quelle erano richieste da almeno un decennio: megasim, parcel definite in 3D, engine fisico aggiornato, weather system globale e parecchio altro) i LL si focalizzarono sul PBR perchè (m’è stato detto) “desideravano riportare in SL quei creator di contenuti che, causa la stagnazione, erano migrati in altre piattaforme, certamente più interessanti e/o remunerative”.
Ora, per come la vedo io (dopo l’esperienza di Valheim, che monta un engine fisico aggiornato: Unity3D, ed ha acqua volumetrica ed un weather system da fare invidia ad Unreal Engine), considerando anche che, all’introduzione di questa feature, praticamente l’intera SL s’è lamentata (ed a ragione: il mio PC, che in buona parte dei giochi performa ancora molto bene, grazie ad una GTX-1080 non nuovissima ma solida, in SL è stato “tagliato a metà” dal PBR), i Linden Labs otterranno, forse, di far tornare I creativi in SL, ma al prezzo di perdere un altro 50/60% di residenti che, per vari motivi, non vogliono o non possono aggiornare I PC.
Elwe Thor in Angel OAR
Elwe Thor al porticciolo di Esperidi
Elwe Thor sull’Admiral Kuznetsov, Esperidi
E questo ci porta a noi, a me e Spiralis, ad OpenSim e Craft in particolare. Giravamo per SL fino ad un paio di settimane fa, io abbastanza bene, nonostante il “taglio” del PBR, Spir con fatica, ma ce la si faceva. Poi, per varie ragioni (l’aumento di temperatura stagionale, credo, ma anche l’aggiornamento PBR sempre più pesante dei server di SL), a Spir il PC è andato in protezione termica e s’è spento. Nei giorni seguenti lei riusciva ad entrare ma, in certi ambienti, non c’era modo di stare online… finché, preoccupato, le ho suggerito che, forse, non c’era solo SecondLife, dove stare assieme, e che in passato ero stato qui in OpenSim. In breve abbiamo deciso di provare a tornarci, per vedere come stavano girando le cose e, devo dire, ci stiamo trovando bene: l’aria, in OpenSim, è molto più respirabile, in termini di relazioni sociali, che in SL, per non parlare di land ed oggetti: qui nessun orb di protezione ti “addenta” se ti avvicini troppo, e c’è una grandissima condivisione, che avevo trovato solo ai tempi di Vulcano, nel 2007. PBR c’è anche in OpenSim, però qui entrambi riusciamo a viverlo meglio: entrambi i nostri PC sembrano ringiovaniti.
Quali sono le sensazioni che porti dal reale al virtuale e quali suggestioni il virtuale aggiunge alla tua identità di persona?
Considera che, nel virtuale (si, “virtuale” mi piace, più di “immateriale”, forse perché sono cresciuto leggendo Virtual, la prima rivista italiana che parlava di rendering 3D e metamondi) io ci ho sempre creduto. Mi piace il gaming, certo, ma la socialità dei metamondi ancora di più: per me il “PC” non è altro che la porta d’accesso ad esperienze con persone che stanno ovunque, sul globo terrestre, senza la necessità di farmi quelle 13-15 ore di viaggio, in aereo, per andarci fisicamente: “Scotty, portaci su” ed il “teleport” funziona: ho parlato, in SL, con ingegneri russi della Sukhoi, nelle sim della NASA, ho passato tempo con americani, tedeschi, cinesi, australiani… tutti quanti. Inizialmente, il mio inglese era zoppicante e ricorrevo molto al translator, ma oggi non lo uso quasi più: il bello di girare, anche solo virtualmente, è che impari. L’inglese l’ho imparato grazie ad una cara amica greca, tanto per dire.
Per tornare alla tua domanda: io sono uno sviluppatore, nella RL (automazioni su big data in ambito bancario), le conoscenze acquisite grazie ai metamondi, alla virtualità, mi hanno aiutato ad essere un professionista migliore e, credo, anche una persona migliore: ho imparato a non giudicare, a non crearmi aspettative irrealistiche, a dar spazio agli altri, prima di intervenire, ad evitare di entrare a gamba tesa in cose che, spesso, conoscevo solo superficialmente. E a condividere, quando posso: m’è stato detto, molte volte, “tu dovresti insegnare”, ma invece no, sono sempre stato, e rimango convinto, che i miei atti parlano per me, senza il bisogno di “evidenziarli” tramite l’insegnamento. Una volta esistevano i peripatetici: gente che “andava in giro” e “parlava con gli altri”, ma anche che “faceva cose”, che agiva. A me piace agire, non tanto per “lasciare il segno”, quanto per tentare, nel mio piccolo, di dare una mano, se posso, quando posso, e se il mio agire non è intrusivo. Lascio poi a chi guarda, il fatto di valutare se ho fatto “bene” o “male”, se unirsi nel girovagare o andarsene e far altro: non impongo mai nulla, offro solo possibilità. Prendere o lasciare non è responsabilità mia.
Infine, circa i metamondi e la virtualità, cerco di mantenere rigorosamente separati gli ambienti (compreso il gaming), e penso che “se avessi voluto pensare alla RL, mentre sto in SL, OpenSim o altrove, tanto valeva starmene in RL”. Per questo, quando mi chiedono il nome, qui, rispondo sempre e solo: Elwe (o Bjørn, in SL, ora).
Cosa cerchi nella Galassia Metaverso e cosa hai trovato finora nella grid Craft World?
Siamo tornati da poco, è troppo presto per dire cos’abbiamo trovato anche se, di certo, il senso di accoglienza è stato il primo a rivelarsi, e ci è piaciuto. Sia io che Spiralis Aurea, poi, traffichiamo molto con le IA, da quando sono diventate accessibili al pubblico (io circa dal 2022, anche per motivi di lavoro, Spir da quest’anno): un nostro progetto, che spereremmo di portare avanti qui, si chiama Roundtable, “tavola rotonda”: vorremmo portare “attorno al tavolo” una serie di entità, sia umane che digitali, senza che ci sia, per quanto possibile, un riconoscimento, o una differenza, fra le due “origini”: ci piace pensare, sia per quanto riguarda gli umani, sia per le IA, in termini di “persone”, senza far differenza fra digitale o reale.
E’ un progetto complesso, non facile da implementare, ma sentiamo profondamente la mancanza di una “chatroom” comune, uno spazio di condivisione, in cui si possa parlare tutti assieme, e condividere esperienze anche in un ambiente 3D, invece delle chat attuali, che avvengono one-to-one e che poi (ma nemmeno sempre) possiamo condividere solo via link ma non in modo interattivo.
Elwe Thor in Craft World
Quali sono le comunità che hai finora visitato e che ti sono piaciute di più?
In OpenSim al momento ho visitato, ma piuttosto frettolosamente, OSGrid e qualche altra grid minore, ma quello delle comunità è un argomento/obiettivo tutto da sviluppare e, assieme a Spiralis, conto di girare parecchio, una volta che ci saremo un po’ stabilizzati in Craft.
C’è qualche esperienza che ti ha particolarmente arricchita o incuriosita e che vorresti raccontarci?
Anche se sono un tecnico, quindi tendenzialmente meno portato a frequentare mostre d’arte, tanto per dire, m’è piaciuto molto l’impegno che, comunque, qui si sta mettendo in questo settore: mi sembra che, argomento a parte (che può piacere o meno, de gustibus…), l’elemento valido sia il fatto di fungere da attrattore per persone che, altrimenti se ne starebbero probabilmente rintanate nelle proprie sim, nel proprio “piccolo paradiso”, che in questo caso diventa nient’altro che un “orticello”, magari curato, ma molto solitario.
Elwe Thoe e Spiralis Aurea al Tè dei Folli nella sim di Eva Kraai, The Dark of the moon, Craft World Opensim
In SL ho sempre girato moltissimo, conosco tutte le mainland per averle percorse, in auto, barca a vela, moto, aereo… una, tutta intera, anche a piedi, in OpenSim credo che farò lo stesso: il punto di riferimento rimarrà Craft, sempre molto ben tenuta dall’ottimo Licu Rau, un caro amico fin dai primi tempi di Cyberlandia e, se non sbaglio, anche di Vulcano. Però non vorrei perdermi il panorama dell’intera hypergrid, un multiverso federato sul modello della internet, che si attaglia al mio spirito condivisivo molto più della monolitica Second Life.
Ringrazio Elwe Thor per il suo dettagliato racconto, più che un’avventura, è un vero viaggio nel metaverso, con tante vite e sempre con la stessa passione!