Utopia è una terra senza libertà. L’unica a resistere, in un angolo dimenticato della palude, è una statua sgangherata: un tempo simbolo di speranza, ora dimora di ragni che l’hanno fatta loro, tessendovi dentro i loro silenzi. Qualcosa di terribile è accaduto qui… ma cosa?
Mi guardo intorno, in cerca di indizi. L’aria è immobile, come trattenesse il respiro. Poi, un lamento. Quasi umano. Un suono strano, spezzato, che mi attira come una calamita. Viene dall’alto. Con il cuore che batte più forte, mi arrampico tra le rovine: un container ribaltato, resti contorti di una struttura… e poi, su, fino al tetto sventrato di un vecchio autobus.
Ed eccolo. Oddio… cos’è … o meglio… chi è? Davanti a me si staglia una figura gigantesca, con un solo, immenso occhio che mi osserva. Un ciclope… spero sia un ciclope gentile.
«Umano, cosa vai cercando?» mi chiede con voce cavernosa, anticipando la mia domanda. Il suo sguardo è severo, sospettoso.
«Sa-salve… ehm… cerco una storia. Cosa è accaduto qui? » Lui mi guarda, sorpreso e divertito allo stesso tempo «Uhm un umano curioso. Credevo di averli mangiati tutti! ahahahah » e scoppia in una fragorosa risata, che si propaga nella vallata come un vento gelido.
«Io… io vengo in pace, signor Ciclope. Cerco solo… una storia.» Mi avvicino lentamente, lasciandomi annusare come i cani quando devono capire chi hanno davanti … (Ti prego, fidati. Non mi mangiare.) «Un tempo, questa era una terra rigogliosa,» inizia, la voce che si fa più pacata. «Una città viva, piena di gente operosa. I campi erano fertili, l’economia in crescita, e la popolazione fiera. Era un bel posto… finché loro non sono arrivati.» «Loro chi?» chiedo, avvicinandomi un po’, rapita. Il ciclope abbassa la voce.
«Li chiamiamo gli Scollati. Non hanno bocche, né occhi, ma vedono e sentono tutto. Camminano come fatti di fumo e urla. Ovunque passano… resta solo il vuoto. Il silenzio. La fine.»
Fa una pausa, grattandosi il mento rugoso, dove crescono ciuffi di muschio, poi indica l’orizzonte: oltre la palude, tra nebbie spettrali, si intravedono i resti contorti di una torre.
«Là è dove tutto è iniziato. Un buco nel cielo. Un lampo viola. E poi… l’aria ha cominciato a vibrare, come una corda troppo tesa. Le coltivazioni sono marcite, al loro posto sono nate piante velenose. Gli animali sono impazziti. Gli umani… hanno cominciato a sparire.»
La sua voce ora ha il peso della memoria. «E tu?» sussurro. «Come hai fatto a sopravvivere?»
«Noi… noi eravamo amici di Utopia, condividevamo la terra con gli umani… ci siamo nascosti. Io, un ciclope delle montagne, abituato a combattere draghi a mani nude… ridotto a fuggire tra le rovine. Ma non è codardia, se si vuole tramandare una storia qualcuno doveva restare, qualcuno doveva ricordare.»
Resto in silenzio le sue parole galleggiano nell’aria, trovando posto tra le lamiere contorte e le urla lontane di qualche creatura mostruosa.
«E adesso?» chiedo infine. «C’è ancora speranza?»
Il ciclope mi guarda, poi alza il suo dito gigantesco e indica il mio taccuino «Finché qualcuno scrive… qualcosa resta, finché qualcuno racconta le storie i luoghi non andranno perduti. Annuisco… ha ragione, le storie e chi le custodisce, sono l’unico antidoto al vuoto.
I luoghi sono importanti perché parlano di noi: delle nostre idee, dei nostri sogni, dei nostri errori, ma se nessuno resta… le tracce si dissolveranno.
Ci guardiamo negli occhi io e quell’omone gigante, c’è speranza , si che c’è, basterebbe trovare tra le ossa del mondo, un frammento nascosto, la Pietra del Primo Sogno, nessuno l’ha mai vista davvero, solo parole, solo sussurri, ma si narra che chi la trova possa riaprire le porte, e non del passato, ma di un tempo che ancora può esistere, un tempo nuovo, colmo di speranza.
Utopia non è morta, semplicemente dorme, in attesa di chi come me non avrà paura di ascoltare le leggende.
E là, tra le rovine… trovare la Pietra. E riscrivere l’inizio.
Utopia è una Sim di proprietà di Eva Kraai un’appassionata di molteplici interessi fra cui anche la fantascienza e questa sua terra non poteva essere raccontata diversamente.
UTOPIA si trova al seguente Slurl: hop://craft-world.org:8002/Utopia/643/622/25 ed è una delle tante affascinanti terre (sim) presenti in Craft-World proprietà di Raffaele Macis.
Per entrare nel Metaverso di Craft-World e visitare Utopia serve un software, noi consigliamo Firestorm OS che potrete scaricare QUI
e poi scegliere in base al vostro sistema operativo.
Grazie Fiona, simpaticissima narrazione 🙂