Eldoria

Ciao Salahzar, come sai, vorrei raccogliere l’esperienza del progetto Nexus nel mondo virtuale di Craft/OpenSim, a cui abbiamo partecipato insieme. Ti propongo alcune domande per raccontare la genesi, le idee e le sfide di questo progetto così particolare. Innanzitutto, come è nato il progetto e cosa ti ha spinto a riunire un gruppo di persone così diverse per dare vita a questo mondo virtuale in OpenSim?

L’idea era applicare nei mondi virtuali un’intelligenza artificiale concreta e funzionante, non l’ennesima demo da laboratorio. Dopo un’investigazione piuttosto approfondita, OpenSim si è rivelata la piattaforma ideale per chiamare servizi web esterni senza doversi confrontare con la paranoia degli altri mondi virtuali, tutti terrorizzati da ipotetici hacker pronti ad abusare delle loro chiamate HTTP. In OpenSim invece abbiamo LIBERTÀ DI MOVIMENTO: chiamate web libere, nessun comitato di sicurezza che ti guarda storto.

E poi c’era una motivazione collaterale interessante: offrire a Licu un’implementazione di server OpenSim 400% PIÙ VELOCE ED EFFICIENTE rispetto all’attuale. Quando ospiti NPC in quantità, le animazioni diventano un collo di bottiglia non da poco – e qui l’ottimizzazione fa la differenza tra un mondo fluido e una sagra del lag.

Verissimo. Dimmi, cosa ti affascina nel creare in gruppo dentro un ambiente come Craft? E in che modo la collaborazione virtuale cambia la percezione del “fare insieme”?

La collaborazione con una storyteller come LORENZA, un builder di talento come TONINO, un’esperta creatrice e animatrice di avatar come te, EVA – più altri contributi da terraformer e brainstormer vari – ha permesso all’esperimento AI di uscire dalla nicchia un po’ sterile del “proof of concept tecnico” per diventare MOTORE PROPULSIVO SOCIALE. L’obiettivo era realizzare nella community Edu3D un’esperienza di gioco interattivo dentro Craft che fosse memorabile per ogni persona e gruppo coinvolto. Certo, come per altre attività di Edu3D, è un esperimento: alcune tematiche sono state deliberatamente semplificate. Ma il risultato, per essere un mondo virtuale, è PIUTTOSTO SOFISTICATO – direi che abbiamo alzato l’asticella.

Ti ringrazio per avermi definita “esperta”. Penso che essere coordinatore in uno spazio digitale sia diverso che nella realtà fisica. Come hai gestito comunicazione, fiducia e motivazione del gruppo all’interno di Nexus?

La sfida più interessante è stata dare LIBERTÀ ESPRESSIVA a ogni partecipante all’interno di un’idea generale.

Normalmente in un progetto i contributor sono molto più vincolati; qui invece i builder hanno potuto inserire liberamente le proprie idee in una struttura deliberatamente “free”. Questo ha permesso di ricostruire lo storytelling anche SULLA BASE DI CIÒ CHE VENIVA COSTRUITO, con le tappe imposte dalla “geografia” di un mondo che, per sua natura AI, è AGEOGRAFICO. Lorenza ha dovuto fare i conti con le analisi e valutazioni della AI che le dava i voti sulla stesura della storia – esperienza interessante, diciamo. Un po’ come avere un PEER REVIEWER IMPLACABILE che non si offende se gli dici che sta esagerando. L’altra grossa sfida stava nel ribaltare il classico paradigma di gestione progetto: qui ognuno diventa parte essenziale e creativa, con le proprie responsabilità, idee e realizzazioni. Non è lo scripting o la AI la parte trainante – IL RISULTATO NASCE DAL LAVORO DI TUTTI.

Di questo sono convinta anch’io, è sempre stato nello spirito di Edu3d. In Nexus però l’AI ha un ruolo importante nell’interazione con i personaggi non giocanti. Da dove è nata l’idea di integrare l’intelligenza artificiale nel progetto? Cosa cambia, dal punto di vista narrativo ed emotivo, quando a “risponderti” non è una persona ma un’intelligenza artificiale?

La AI in Nexus non si limita a dialogare con il giocatore adattandosi al suo profilo psicologico – dialoga anche con il PROGRAMMATORE e con lo storytelling, valutando coerenza e “giocabilità” di quanto prodotto. Ho usato l’AI sia per realizzare il cervello degli NPC e programmare in Python e LSL, sia per simulare nei discorsi comandi SL e generare effetti non banali: animazioni, invio di notecard, opzioni di teleport. La cosa più interessante? In molti momenti devi “CONVINCERE” L’NPC ATTRAVERSO IL DIALOGO.

Per aderire fedelmente alla storia, alcuni personaggi sviluppano uno scetticismo e un aspetto critico inaspettato – il che è abbastanza paradossale se ci pensi: stai discutendo con una rete neurale che ti fa il terzo grado.

Il vantaggio dell’AI è trasformare una storia in una SERIE ORGANICA DI DIALOGHI SEMPRE DIVERSI. Ogni modello ha una personalità distinta: Flash 2.0 risponde in modo completamente diverso da un modello opensource o da Haiku 4.5. GPT-5 o Sonnet 4.5 tendono a usare una prosa molto più ricca e articolata – quasi barocca, direi. Non tutti i modelli sono adeguati per Nexus; attualmente uso OPENROUTER, che consente di cambiare modello facilmente senza riscrivere mezza infrastruttura.

A questo punto puoi raccontarci come funziona, in pratica, questa integrazione dell’AI? Che tipo di strumenti o sistemi avete usato per far “vivere” i personaggi non giocanti?Ci sono state sfide tecniche particolari?

Ho un sito web che espone un server HTTP su una porta, in grado di essere interrogato per simulare una conversazione con qualunque NPC. Il server tiene traccia delle conversazioni, profila psicologicamente il giocatore (in modo trasparente), registra l’inventario e i movimenti nel gioco.

Inworld, ogni NPC ha associato un OGGETTO RICONOSCIBILE che si attiva al click e si mette in ascolto sulla chat pubblica. L’oggetto invia quanto detto dal giocatore al server web, e la risposta – di solito entro 10 secondi – contiene cosa dire e quali attività innescare in OpenSim: llSetText, animazioni, notecard offering, teleport, eccetera.

La sfida è portare nel mondo “reale” – in questo caso VIRTUALE, il che suona già come un ossimoro – un ESEMPIO PRATICO DI USO DELLA AI che non sia relegato a una semplice chat. Vogliamo che l’AI faccia ACCADERE COSE nel mondo, non solo che parli.

E c’è stato un episodio o una situazione in Nexus che ti ha emozionato particolarmente o che, secondo te, rappresenta lo spirito del progetto?

Sì: quando la AI ha valutato la storia di Lorenza dandole la sua opinione, lei si è sentita GIUDICATA COME UNA SCOLARETTA AL PRIMO ESAME. È stata la dimostrazione concreta che l’AI può essere usata come PARTNER CREATIVO – uno che giudica, pone sfide, esprime idee e punti di vista. Non si tratta di un tool passivo: è un interlocutore che ti tiene sulla corda, e questo cambia completamente la dinamica del processo creativo

In Nexus convivono scripting, costruzione, storytelling e intelligenza artificiale. Come riesci a mantenere un equilibrio fra la dimensione tecnica e quella poetica della creazione?

Io come scripter ho lavorato sull’aspetto tecnico. L’aspetto poetico è più terreno di Lorenza o tuo – e va benissimo così. Il mio obiettivo era dimostrare che è possibile introdurre una TECNOLOGIA NEUTRA COME L’AI in un processo creativo – building, storytelling – ottenendo buoni risultati. Mi sembra che finora il bilancio sia positivo. La tecnologia non deve soffocare la creatività: deve ABILITARLA, amplificarla, e in alcuni casi anche sfidarla un po’.

Come non essere d’accordo? Infine, cosa ti porti dentro da questa esperienza, come coordinatore e come creatore? C’è qualcosa che ti ha cambiato il modo di vedere la tecnologia o la collaborazione?

Il progetto si è sviluppato su 10 MESI DI LAVORO INTENSO: riunioni, incontri in Craft, discussioni, punti di raccordo. Credo che rimarrà un’esperienza molto interessante – con qualche limite, certo – nella memoria dei partecipanti. E per me? Beh, direi che ha confermato un’intuizione: che l’AI può essere un CATALIZZATORE SOCIALE, non solo un giocattolo per smanettoni. Quando la tecnologia diventa trasparente e le persone possono concentrarsi sulla creazione, succedono cose interessanti.

Se dovessi descrivere Nexus in tre parole, quali sceglieresti?

Ovviamente: CREATIVITÀ ASSISTITA DA AI.

Grazie Sal, devo dire che partecipare al progetto per me è stata un’esperienza molto gratificante, e che siamo riusciti a collaborare in perfetta sintonia.

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  • Eva Kraai

    Eva Kraai è attiva nel Metaverso e nell’educazione virtuale. Tutor per Edu3D su Craft, dove contribuisce alla creazione di esperienze educative immersive, dopo aver lavorato anche in Second Life, ha iniziato a costruire con primitives, per poi specializzarsi in modellazione 3D con Blender, tenendo anche corsi di modellazione e testurizzazione.
    Laureata in Lettere Moderne a Milano, città in cui risiede, unisce la sua formazione umanistica alla creatività digitale. Appassionata di fotografia, sia reale che virtuale, partecipa attivamente a progetti culturali nel Metaverso.
    Dal 2020 ha preso parte a diverse mostre del Museo del Metaverso e collabora al progetto +Donna Zero Violenza.

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Di Eva Kraai

Eva Kraai è attiva nel Metaverso e nell’educazione virtuale. Tutor per Edu3D su Craft, dove contribuisce alla creazione di esperienze educative immersive, dopo aver lavorato anche in Second Life, ha iniziato a costruire con primitives, per poi specializzarsi in modellazione 3D con Blender, tenendo anche corsi di modellazione e testurizzazione. Laureata in Lettere Moderne a Milano, città in cui risiede, unisce la sua formazione umanistica alla creatività digitale. Appassionata di fotografia, sia reale che virtuale, partecipa attivamente a progetti culturali nel Metaverso. Dal 2020 ha preso parte a diverse mostre del Museo del Metaverso e collabora al progetto +Donna Zero Violenza.

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